Oramai il nostro fucile d'ordinanza era adottato,
siamo a fine secolo e molti tragici avvenimenti
avrebbero coinvolto il nostro paese e di
conseguenza il nostro fucile '91.
Il primo fatto d'arme fu senza dubbio la "rivolta del
1898 a Milano", dove i bersaglieri comandati da
Fiorenzo Bava Beccaris, soffocarono nel sangue i
cittadini milanesi scesi in piazza per protestare
contro il costo del pane aumentato da 35 a 60
centesimi al chilo. I milanesi ebbero nelle vie e nelle
piazze della loro città un centinaio di morti e
altrettanti feriti.
L'esercito insurrezionale era così composto:
7 reggimenti di fanteria:
47°, 48°, 53°, 57°, 58°, 91° e 92°
3 di cavalleria
3 di alpini :
4°, 5° e 6°
1 di bersaglieri:
2°
Bersagliere in uniforme da campagna.
(immagine fotografica ispirata a cartoline d'inizio '900).
La rivolta di Milano nel 1898
CARATTERISTICHE TECNICHE E COSTRUTTIVE
Il fucile mod. 1891, ha il calibro di 6,5 mm x 52 (la seconda misura equivale alla lunghezza
del bossolo), ha il peso con la calciatura in noce di 3,9 Kg., di 3,95 Kg. con quella in faggio
ed è lungo 128,5 cm (senza sciabola baionetta)
Il fucile si distingue in queste parti principali, secondo descrizioni e terminologie d'epoca:
E' fatta di acciaio fuso al crogiuolo, lunga 780 mm, il profilo esterno è tronco-conico,
anteriormente si notano il vivo della volata ed una ghiera con un alloggiamento a coda di
rondine, sul quale viene posizionato il mirino.
Posteriormente vi è uno zoccolo sul quale è montato l'alzo a quadrante, un ingrossamento
con 5 faccette sulle quali sono incise le iniziali della fabbrica, il nome della città ove risiede
la fabbrica, il numero di matricola, l'anno di costruzione e i vari punzoni del collaudo.
Il tratto filettato è la parte di congiunzione con l'avvitamento alla culatta mobile.
Il profilo interno, presenta posteriormente la camera di cartuccia al termine della quale
inizia il tratto cilindrico rigato.
Le righe sono 4 a fianchi paralleli con andamento destrorso e passo progressivo di 57,85 cm
in culatta e di 20,15 cm in volata.
Il tratto rigato è lungo 706 mm, il calibro tra i pieni è di 6,5 mm, fra i vuoti di 6,8 mm, il
pieno delle righe è largo 2 mm, fra i vuoti ci sono 3 mm, l'inclinazione iniziale delle righe è di
2°, quella finale di 5°,50', il fianco direttore è quello opposto al senso di rotazione.
Sull'asse principale di simmetria è montato il meccanismo di mira costituito da un mirino a
sezione triangolare incastrato nella ghiera in prossimità della volata e da un congegno di
alzo a quadrante formato da uno zoccolo con una tacca di mira fissa per il tiro a 300 m. e
2 alette laterali.
Sul fianco esterno dell'aletta destra sono praticati 15 intagli per distanze dai 600 a 2000 m.
sui bordi delle alette sono incisi dei tratti orizzontali con indicate le distanze in ettometri (a
destra quelle pari, da 6 a 20, a sinistra quelle dispari, da 7 a 19).
Anteriormente allo zoccolo è imperniato il ritto con la tacca di mira mobile, che, a mezzo di
un perno elastico, può essere portata in coincidenza con le diverse graduazioni.
Nella sua posizione più bassa è tarato per una distanza di 450 m. il tutto, canna e
meccanismo di mira, è protetto superficialmente mediante brunitura lucida.
Forgiata in acciaio è di forma cilindrica e serve per alloggiare l'otturatore, il
meccanismo di scatto e di alimentazione e permetterne i movimenti.
Esternamente si notano:
l'apertura per il serbatoio, lo spacco per il passaggio del manubrio dell'otturatore, la
codetta con la filettatura per la vite d'unione con il serbatoio, la scanalatura longitudinale
per il passaggio del dente di arresto del cane, la finestra per il dente di scatto, l'incavo
trasversale per l'aletta del tubetto.
Anteriormente ed inferiormente:
il dente che si alloggia nel traversino metallico della cassa per trasmettere a quest'ultima il
rinculo; il suddetto dente è interamente filettato per l'unione con la vite anteriore del
serbatoio.
Internamente:
un tratto filettato per permettere l'avvitatura della canna, una gola cilindrica con gli
incastri per l'appoggio delle alette di chiusura del cilindro-otturatore.
Detti incastri sono intervallati da 2 risalti a fianco elicoidale su cui si impegnano le alette
dell'otturatore, 2 scanalature longitudinale entro le quali scorrono le alette e, in quella di
sinistra, anche la guida del cane, la finestra per l'espulsione e per l'aletta del bilanciere, il
foro per il ritegno dell'otturatore.
E' in legno di noce, o frassino, o faggio ed è costituita dal fusto, dall'impugnatura e dal
calcio.
Il fusto presenta un lungo incasso longitudinale per l'alloggiamento della canna, un altro
incasso per l'alloggiamento del traversino, il canale interno ed esterno per la bacchetta
nettatoia e da altri incassi per i fornimenti.
Tra l'impugnatura ed il fusto è ricavata un'apertura per mettere in comunicazione il
SERBATOIO (visualizza) con lo spazio di caricamento della culatta; il calcio è protetto da
un calciolo metallico fissato con 2 viti.
Un altro particolare in legno è il copricanna che è tenuto in sito dalla fascetta con
maglietta anteriore.
Sono il bocchino con la vite passante che reca il fermo della baionetta ed il tratto filettato
per l'avvitatura della bacchetta nettatoia, il calciolo, la fascetta con maglietta e la sua
molla, la piastretta con maglietta, il copricanna, il traversino, le viti di culatta ed i tubicini,
il tutto è protetto superficialmente mediante brunitura lucida.
CARATTERISTICHE BALISTICHE
Velocità iniziale alla volata: m/s 700
Velocità di rinculo: m/s 2,10
Forza viva di rinculo: Kg 0,87
Angolo di rilevamento: 5' 30"
Angolo di calcio: 6°20'
Pressione massima dei gas sulle pareti della canna in culatta:
Atm. 4.000 con polvere Balistite / Atm. 3.200 con polvere Solenite
Forza viva iniziale: Kg 259,7
Gittata massima: m 3.200
Celerità massima di tiro mirato: colpi/minuto 12
Durata media della canna: colpi ~ 4000
Il battesimo del fuoco a tutti gli effetti, lo ebbe durante la guerra di Libia conosciuta anche
come la guerra italo-turca, si riferisce ai combattimenti tra le forze italiane e quelle
dell'Impero ottomano tra il 28 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per la conquista della
Tripolitania e la Cirenaica, oggetti del desiderio per le ambizioni colonialiste dell'Italia,
nonché del Fezzan (Libia), l'isola di Rodi e l'arcipelago del Dodecaneso.
La guerra italo-turca fu teatro di numerosi progressi tecnologici usati durante le operazioni
militari, in particolarel'aeroplano quando il 23 ottobre 1911, un pilota italiano (capitano Carlo
Maria Piazza) sorvolò le linee turche in missione di ricognizione e il 1° novembre la prima
bomba lanciata a mano dall'aria da Giulio Gavotti sulle truppe turche in Libia.
Importante fu anche l'uso della radio, per radiotelegrafia campale militare, organizzato
dall'arma del Genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la
collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi.
E il nostro fucile mod.91 che mostrò le sue ottime qualità balistiche e qualche difetto
dovuto ad inceppamenti a causa della scatola serbatoio che, dal foro di uscita della lastrina
di caricamento, permetteva l'ingresso della sottilissima polvere del deserto nel meccanismo
di alimentazione.
La produzione
Gli avvenimenti della guerra Italo-Turca misero alle strette i vari arsenali di produzione,
infatti in quel periodo Terni passò da una produzione mensile di 540 a 2500 fucili.
Gli arsenali di produzione del fucile '91 furono:
TERNI 1892-1936
BRESCIA 1893-1897 (di questa fabbrica si sono trovati esemplari del 1900 e del 1918)
TORINO 1893-1898
TORRE ANNUNZIATA 1893-1900
MIDA Brescia 1917-1918
ROMA 1917-1918
BERETTA 1936-1943(?)
Secondo i dati dell'epoca al 1° gennaio 1915, l'Italia aveva in dotazione 900.000 fucili
mod.91, 95.000 moschetti e 76.200 moschetti T.S., con l'aggiunta di 1.000.000 Vetterli
modello 1870-87, dei quali almeno un terzo modificati in cal. 6,5 x 52.
A fine conflitto furono prodotti 2.063.750 fucili ed oltre 1.600.000 baionette.
Innumerevoli pagine sono state scritte sui fatti, eventi, sconfitte, vittorie ed atti di eroismo
compiuti durante la Prima Guerra Mondiale, dove il nostro '91 fu davvero protagonista e venne
consacrato come "il fucile che fece l'Unità d''Italia".
Degna di menzione, senza sminuire o levare i giusti meriti agli altri reparti che parteciparono al
conflitto, è la "BRIGATA SASSARI" che seppe opporre con la tenacia che distingue il popolo
sardo, avvezzo per natura a mille avversità e sacrifici, un irriducibile ostacolo alle forze
austriache, tanto da essere più volte citata come "...speciale unità d'assalto...".
Per l'eroico comportamento nel corso della Prima Guerra Mondiale le Bandiere dei due reggimenti
(Reggimenti di Fanteria 151° e 152°) vengono decorate con due Medaglie d'Oro al Valor Militare.
In questa immagine Vittorio Serra che ha avuto l'onore di indossare la gloriosa divisa del 151°.
(replica usata dal Reggimento per le cerimonie ufficiali)
Gli studi e la sperimentazione sulle armi e nella specifica delle armi portatili, proseguirono
nonostante l'enorme sforzo fatto dalle fabbriche italiane durante la Grande Guerra, riportiamo
una serie di sperimentazioni (per gentile concessione di ArtiglieriA.net, dove potete leggere
l'articolo completo):
Sperimentazioni sui materiali d'artiglieria nel 1917
Ufficio Storico dell'Esercito, Roma.
Fondo E6 Prot. 3937.
ESPERIENZE E STUDI IN CORSO SUI MATERIALI DI ARTIGLIERIA, ARMI PORTATILI E BOMBE,
ALLA DATA 25 AGOSTO 1917. (Dispaccio n°4187 del 24 luglio 1917)
ARMI PORTATILI:
1)Tubature di canne per fucili M. 91
Lo studio é stato fatto dall'Officina di Costruzione di Artiglieria di Roma per ovviare alla
enorme deficienza di sbarre di acciaio grezze per canne di fucile.
Detta officina ha studiato e sperimentato con esito favorevole la costruzione di canne per
fucile mod. 91 mediante sbarre di ferro omogeneo e tubatura di acciaio.
Dopo tali esperimenti, fu proposto che fosse considerato normale l'allestimento di canne di
ferro omogeneo con tubatura di acciaio, allorchè riusciva impossibile di rifornirsi di barre di
acciaio.
2)Circa l'applicazione dell'otturatore mod. 91 ai fucili Manlicher vennero iniziate, presso la
scuola di applicazione di Fanteria di Parma, esperimenti con alcuni esemplari.
3)Serbatoio mobile per fucile mod. 91
E' capace di 25 cartucce; concretato dal Magg. Saccani della Fabbrica di Armi di Terni in
base ad un tipo tedesco segnalato all'ufficio informazioni. Dopo l'esito favorevole delle prove
fatte presso la Scuola di Parma ne furono ordinati 500 alla fabbrica d'armi di Terni.
4)Serbatoio in lamiera per fucile mod. 91
Proposta dalla fabbrica d'armi di Terni allo scopo di semplificare la lavorazione del serbatoio
formandolo con un lamiera tranciata, stampata e saldata.
Provata con buon esito a Parma. La Fabbrica d'Armi di Terni ne sta allestendo 10.000 a titolo
di prova di lavorazione.
5)Mitragliatrice leggera tipo Germanico
E' la Fiat M. 1914 trasformata in tipo leggero portatile analogamente al tipo Maxim modificato
tedesco.
Sono in corso di allestimento presso la fabbrica d'armi di Brescia 2 esemplari che dovranno
essere sperimentati presso la Scuola di Parma.
6)Pallottole con rivestimento tratto da bandelle di ferro dolce in luogo di Maillechort
Per supplire a eventuali deficienze di questa lega.
Lo studio è eseguito presso i due Pirotecnici e la Scuola d'Applicazione di Fanteria, con
risultati promettenti.
7)Dispositivo tipo Pavesi
E' in esperimento una pistola mitragliatrice M. 915 provvista del dispositivo tipo Pavesi,
regolatore della celerità di tiro. (Nel senso di diminuirla).
8)Pallottola a scia luminosa per fucile M. 91
Per la direzione del tiro di notte. Lo studio fu fatto dal Laboratorio Pirotecnico di Bologna che
ha concretato ed esperimentato con esito favorevole un tipo di pallottola della forma e delle
dimensioni della pallottola regolamentare. Le esperienze continuano.
Foto di alpini italiani della guerra in Libia
(foto di pubblico dominio, fonte Wikipedia)
"esercitazioni di tiro" dal "Regio manuale d' uso delle armi dell' Esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale" di Luca Del Soldato.
La tavola delle ordinate funziona nel modo seguente :
avendo la tacca d' alzo impostata a 300 m e il bersaglio si trova a 100 m il punto d' impatto sarà più alto di 0,27 m, così come avendo il bersaglio spostato a 250 m il punto d' impatto sarà più in alto di 0,19 m, sempre con tacca a 300 m, mentre se il bersaglio oltrepassa l'azzeramento dei 300 m il colpo cadrà in basso es. a 400 m è -0,72 m.
Nella tavola sono presenti le varie impostazioni della tacca dell'alzo. (contributo Luca Annetti)
"esercitazioni di tiro" dal "Regio manuale d' uso delle armi dell' Esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale" di Luca Del Soldato.
Tavola di penetrazione del proiettile, per fucile modello 1891 e moschetto modello 1891