Descizione tratta da un manuale d'epoca.
Tromboncino per bomba Bertone
La bomba Betone fu adottata nel 1917, praticamente durante la prima guerra mondiale, fu progettata
per essere lanciata da un apposito tromboncino che si inastava sulla volata del fucile modello 1891,
una scanalatura verticale sulla base del tromboncino permetteva il passaggio del mirino.
La bomba veniva lanciata per mezzo del gas di sparo della cartuccia ordinaria, la cui palla
attraversando il canale centrale trasmetteva la fiammata che accendeva una miccia interna, tale
miccia aveva un tempo di 8 secondi, il raggio utile d'azione era di circa 50 metri e la sua gittata
massima di 230 metri.
La bomba Bertone fu prodotta presumibilmente in qualche centinaio di migliaia di esemplari
(consideriamo che per la tipologia del prodotto è una piccola produzione) e comunque usata in
numerose zone del fronte.
Come si suol dire "di necessità virtù", si tratta di una bomba copiata dal VB francese ma molto meno
potente, di conseguenza fu copiato anche il tromboncino, anch'esso da quello francese, ma con uno
spessore delle pareti minore.
Tromboncino per bomba Bertone.
materiale
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Corpo in ghisa
Tubetto centrale in ferro
Tappo in piombo
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dimensioni
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diametro 45 mm
altezza 106 mm
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peso
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500 gr circa
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carica
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30 gr di piombite oppure siderite
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Foro per il passaggio
della fiammata.
Descrizione tratta da un manuale d'epoca.
Una variante della bomba Benaglia, fu quella denominata
Gussi, che era identificata per la mancanza di alette
stabilizzatrici mentre al loro posto vi era un tappo di legno,
la cui funzione era quella di assorbire l'effetto dello sparo.
La distanza di lancio era di 80 m col moschetto e di 50 m
col fucile, con una inclinazione di 45°.
Bomba per fucile Benaglia, variante "Gussi".
"Cartuccia da lancio per bomba Benaglia" che
presenta lo stesso bossolo e la stessa carica
di 2,28 gr. di solenite in tubetti della cartuccia
a pallottola M. 91-95, mentre la pallottola è
sostituita da uno stoppaccio non forzato.
Bomba per fucile Excelsior-Thèvenot P2
Questo tipo di bomba,fu praticamente un adattamento di una bomba tradizionale a mano, l'asta governale di
legno veniva rimpiazzata da una metallica per consentire il lancio con l'arma.
La bomba era fatta da un involucro cilindrico in lamiera alla cui base è fissata la struttura piatta per il lancio
col fucile, sulla parte superiore si trova il sistema di accensione della bomba, che è composta da una
elichetta collegata ad un alberino che funge da percussore.
Il lancio avveniva dopo aver levato la coppiglia di sicurezza, a forma di anello, e sparata tramite la solita
munizione a salve; al momento dell'urto, il percussore abbinato all'elica colpisce il detonatore causandone lo
scoppio.
materiale
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Corpo in lamierino
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lancio
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150 m
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raggio d'azione
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25 m
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peso
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750 gr circa
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carica
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80 gr di echo
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Tromboncino modello 43
E' la copia Italiana del tromboncino tedesco GwGrGer M 43 (GewehrGranatGerät M 43), le
caratteristiche sono praticamente le stesse, il calibro è di 30 mm ed ha la medesima anima rigata del
tedesco, del quale può utilizzare lo stesso munizionamento.
Per il lancio degli ordigni si usò inizialmente una cartuccia senza palla, identica alla cartuccia a
pallottola M 91-95, però chiusa al colletto da un disco di cartoncino bianco bloccato con lacca, la
stessa utilizzata per il lancio della bomba "Benaglia".
In seguito si passò al modello definitivo chiuso per crimpatura della punta.
Tromboncino modello 61-63
Questi tromboncini, per moschetto TS calibro 6,5 mm, furono usati negli anni '60 dalle forze di polizia per motivi di ordine pubblico, quasi esclusivamente per il lancio di granate lacrimogene/fumogene.
Il tromboncino ha l'anima liscia in quanto l'artifizio si inserisce esternamente al tubo di diametro 22 mm. il codolo d'attacco è il medesimo del modello 43 bellico.
Il modello 63 differisce dal modello 61 per la mancanza dell' ingrossamento anulare, mentre per il lancio si adoperava la stessa cartuccia usata nel tromboncino modello 43.
Particolare della cinghia.
Varie viste del tromboncino e della bomba.
Tromboncino mod. 43 inastato.
materiale
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Corpo in lamiera
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lancio
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350-400 m
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raggio d'azione
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45 m
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peso
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800 gr circa
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carica
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80 gr di echo
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Echo. Usato degli Italiani della Prima Guerra Mondiale, fu una versione dell' Ammonal, dal
quale però differisce per la diversa percentuale degli elementi chimici che lo compongono.
Composizione
nitrato di ammonio, polvere molto fine color grigio.
Possiede un discreto potere dirompente ad un bassissimo costo.
Questo esplosivo si altera facilmente nel tempo specie se umido.
Bomba per fucile "Benaglia"
Nacque come bomba da interdizione e disturbo verso le linee nemiche, subì diverse modifiche tra le quali la
diversa struttura che prevedeva inizialmente un tappo di caricamento dell'esplosivo e successivamente solo
uno. per poi essere realizzata con delle alette per migliorare la stabilità durante il volo.
L'utilizzo era molto semplice, dentro la canna dell'arma veniva inserito il codolo dell'ordigno, il puntamento
veniva effettuato poggiando il calcio del fucile a terra, la bomba aveva una portata di circa 130 m e poteva
essere usata sia dal fucile che dal moschetto modello 1891.
Spaccato della bomba Benaglia, dove si possono notare due strutture diverse,
la prima a sinistra ha due tappi di caricamento e la seconda solo uno.
materiale
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Corpo in ghisa
governale ed alette in acciaio
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dimensioni
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diametro 55 mm
altezza 115 mm
lunghezza totale con il governale 300 mm
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peso
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670/700 gr circa
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carica
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60 gr di polvere nera
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Particolare della bomba e a destra una vista totale.
Piombite. Esplosivo polverulento di colore giallo verde con granelli luccicanti.
Siderite. Il nome deriva dal greco sideros che significa ferro, veniva scarsamente
impiegata nell'estrazione del ferro.
Tromboncino per bomba Vivien Bessiere
La bomba Vivien Bessiere di produzione francese, fu adottata dagli italiani nel 1918, fu provata con il
fucile italiano modello 1891, la cui pallottola attraversando il foro centrale schiaccia il percussore che
fa accendere la miccia, che ha un tempo di 8 secondi, facendo esplodere la bomba.
Avveniva spesso che il calibro del fucile modello 1891 che era inferiore a quello francese, la gittata era
molto ridotta e c'era il rischio che la scarsa pressione sviluppata dentro la bomba non innescasse la
miccia, di conseguenza fu usata sostanzialmente sul fucile di fanteria mod. 1886 e 1907/915.
Il tubo di lancio era simile a quello Bertone ed era provvisto di chiavetta per bloccarlo sulla canna del
fucile modello 1891.
materiale
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Corpo in ghisa
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gittata
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180 m
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raggio d'azione
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50 m
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peso
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450 gr circa
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carica
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60 gr di cheddite
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Cheddite, e quindi anche il nome Cheddite, trova la sua origine alla fine del 1800, quando a Chedde,
un paesino dell’alta Savoia al confine tra la Svizzera e la Francia, due amici diedero vita ad un
esplosivo per cava e miniera, rivoluzionario per quel tempo, a cui diedero il nome di “Cheddite”.
La Cheddite Italia nasce subito dopo, nei primi anni del novecento, e precisamente nel 1901, nel sito
storico di Livorno in uno stabilimento che si estendeva e si estende tuttora nel contesto della
campagna Toscana, con il nome di Società Franco Italiana Esplosivo Cheddite.
Bomba Vivien Bessiere, con coperchietto
di protezione.
Lanciabombe controcarro da 60 mm.
Realizzata sulla meccanica del fucile mod.91 fu una sperimentazione del 1943 a cui non seguì nessuna produzione di serie.
Il fucile trasformato pesava 7,8 kg, poteva lanciare una granata controcarro a carica cava pesante 850 gr che era in grado di perforare una corazza di 70 mm alla distanza di 80 metri.
Immagine tratta dal volume di:
F.Cappellano-N.Pignato
"ANDARE CONTRO I CARRI ARMATI"
L'evoluzione della difesa controcarro nell’esercito italiano dal 1918 al 1945
La composizione ottimale della polvere nera è costituita da (percentuali in massa):
nitrato di potassio nella proporzione del 74,65%
carbonella di legna nella proporzione del 13,50%
zolfo nella proporzione del 11,85%
Durante la prima guerra mondiale l’uso delle bombe a mano andò aumentando sempre di più fino a
diventare uno degli strumenti più utilizzati in quella che era divenuta una guerra stanziale fatta di trincee e
fortificazioni varie; in questo contesto le Nazioni belligeranti svilupparono vari artifizi per aumentare la
distanza a cui le “b.a m.” potevano essere lanciate e di conseguenza aumentare le proprie capacità
offensive.
All’entrata in guerra, l’Italia disponeva di bombe da fucile Aasen acquistate dalla Danimarca ed utilizzate
durante la guerra italo/turca del 1911, in seguito, nel 1916, cominciò ad utilizzare le Ballerine modificate
(acquistate dalla Francia e poi prodotte in Italia su licenza).
Sempre nel 1916 iniziò la produzione di una bomba di progettazione italiana, la Benaglia, produzione che
sarà abbandonata nel 1918, mentre nel 1917 era cominciata la produzione della bomba Bertone che
prevedeva l'utilizzo del tromboncino di lancio.
Nel 1918 dopo la disfatta di Caporetto e la conseguente crisi del nostro esercito che perse in questo
frangente una grande quantità di uomini e di materiale bellico, spinse la Francia ad inviarci, per rimpinguare
i nostri arsenali, le Vivien Bessiere.
Con la seconda guerra mondiale alla necessità dell’utilizzo di bombe antiuomo, si aggiunse la necessità di
un utilizzo anticarro ed ecco che si svilupparono le bombe da fucile a carica cava; l’Italia a parte il
moschetto ts con tromboncino mod. 28, utilizzò il modello M43 tedesco, mentre le altre sperimentazioni
non ebbero seguito.
In questo capitolo troviamo le bombe da fucile con governale:
Aasen, Benaglia e Thevenot (queste erano delle ballerine a cui tagliavano il manico e inserivano il
governale).
Con tromboncino da lancio:
Bertone, Vivien Bessiere, modello28, modello 60 mm e modello 43.
Per maggiori dettagli ed approfondimento vi consigliamo di consultare il sito http://www.talpo.it/ al quale
siamo grati sia per la consulenza che per le immagini forniteci, senza dimenticarci il libro "Bombe a mano
italiane 1915-1918" di Nevio Mantoan - Gaspari editore.
Bomba per fucile Aasen
Questo tipo di bomba, già adottata con l'uso del fucile Vetterli, fu "rispolverata" nel momento in cui fu
attuata la trasformazione dei fucili Vetterli nel modello 1870/87/16, cioè in calibro 6,5x52 e adoperata fino
ad esaurimento scorte.
Alcune Aasen furono modificate per poterle lanciare con il fucile modello 1891 ordinario, inserendo un disco
sul fondo della bomba e fermato dal governale, in tal modo si occludeva perfettamente lo sfiato dei gas.
Aveva una struttura cilindrica sulla cui sommità c'era un'elica percussore, protetta da un cappuccio
cilindrico che doveva essere rimosso prima del lancio.
All'interno della bomba si trovava la carica di scoppio, il detonatore ed una serie di palle ferrose, il cui
scopo era quello di aumentare l'effetto devastante, aveva un peso di circa 800 grammi e la distanza di
lancio compresa tra 350-400 m.
Per l'utilizzo si inseriva il governale nella canna del fucile, si levava il cappuccio di sicurezza, mentre l'arma
veniva caricata con una pallottola a salve del tipo M. 91-95, la stessa usata per la bomba Benaglia, si
appoggiava il calcio del fucile a terra e una volta decisa l'inclinazione si effettuava il lancio.
Tromboncino mod. 61 inastato.
Particolari della struttura d'attacco alla volata della canna del moschetto 91.
Cartuccia da lancio per tromboncino calibro 22 mm
Il bossolo è chiuso al colletto mediante un'aggraffatura, impermeabilizzata con paraffina.