Sono il bocchino con due viti passanti di bloccaggio di cui la prima passa dentro il foro del
supporto della baionetta-pugnale; la fascetta con maglietta per il passaggio della cinghia, il
traversino, fissato con due viti nella pala del calcio anch'esso per il passaggio della cinghia e
il calciolo metallico provvisto di sportellino per alloggiare la bacchetta nettatoia che è
scomposta in tre parti avvitabili tra loro, passante sulla canna e che si incastra col
bocchino troviamo la struttura di aggancio della baionetta pugnale.
Un altro particolare in legno è il copricanna che è tenuto in sito dalla fascetta e verso la
culatta dalla rientranza della tacca di mira fissa.
Il bocchino, il calciolo metallico, il traversino, le viti di culatta ed i tubicini, il tutto è
protetto superficialmente mediante brunitura lucida.
E' in legno di faggio ed è costituita dal fusto, dall'impugnatura e dal calcio.
La cassa è lunga 880 mm, ha sui fianchi delle scanalature che facilitano l'impugnatura
dell'arma (finger groove), presenta un lungo incasso interno longitudinale per l'alloggiamento
della canna, un altro incasso per l'alloggiamento del traversino, un piccolo canale esterno
per l'incasso della baionetta pugnale ed altri incassi per i fornimenti.
Tra l'impugnatura ed il fusto troviamo un'apertura per mettere in comunicazione il
SERBATOIO (visualizza) con lo spazio di caricamento della culatta.
E' fatta di acciaio fuso al crogiuolo, lunga 536 mm, il profilo esterno è tronco-conico,
anteriormente si notano il vivo della volata che porta superiormente un mirino inserito a
coda di rondine posto su un anello.
Nella parte posteriore della canna è montata una tacca di mira fissa, bloccata con una vite,
per la distanza di 300 m e sopra inciso il valore del calibro dell'arma.
Verso la culatta troviamo un ingrossamento, anch'esso tronco conico, sul quale sono incise
le iniziali della fabbrica, il nome della città ove risiede la fabbrica, il numero di matricola,
l'anno di costruzione con l'Era Fascista e i vari punzoni del collaudo.
Il tratto filettato è la parte di congiunzione con l'avvitamento alla culatta mobile.
Il profilo interno, presenta posteriormente la camera di cartuccia al termine della quale
inizia il tratto cilindrico rigato, le righe sono 4 con andamento destrorso a passo costante
di 21,5 cm.
Forgiata in acciaio è di forma cilindrica e serve per alloggiare l'otturatore, il meccanismo
di scatto e di alimentazione e permetterne i movimenti.
Esternamente si notano:
l'apertura per il serbatoio, lo spacco per il passaggio del manubrio dell'otturatore, la
codetta con la filettatura per la vite d'unione con il serbatoio, la scanalatura longitudinale
per il passaggio del dente di arresto del cane, la finestra per il dente di scatto, l'incavo
trasversale per l'aletta del tubetto.
Anteriormente ed inferiormente:
il dente che si alloggia nel traversino metallico della cassa per trasmettere a quest'ultima il
rinculo; il suddetto dente è interamente filettato per l'unione con la vite anteriore del
serbatoio.
Internamente:
un tratto filettato per permettere l'avvitatura della canna, una gola cilindrica con gli incastri
per l'appoggio delle alette di chiusura del cilindro-otturatore.
Detti incastri sono intervallati da 2 risalti a fianco elicoidale su cui si impegnano le alette
dell'otturatore, 2 scanalature longitudinale entro le quali scorrono le alette e, in quella di
sinistra, anche la guida del cane, la finestra per l'espulsione e per l'aletta del bilanciere, il
foro per il ritegno dell'otturatore.
CARATTERISTICHE TECNICHE E COSTRUTTIVE
La produzione
Gli arsenali di produzione del fucile modello 38 in cal. 6,5 furono:
TERNI 1940-1941
BERETTA 1940
GARDONE VAL TROMPIA 1940-1941
F.N.A. Brescia 1940
La nascita del fucile modello 38 in calibro 6,5 fu esclusivamente determinata
dall'impellente bisogno di approvvigionamento d'armi, a causa dell'entrata in guerra
dell'Italia nel 1940, come precedentemente esposto nella scheda del fucile corto
Può definirsi a tutti gli effetti il fucile italiano della seconda guerra mondiale, ha gli
stessi pregi e difetti del fucile modello 38 in calibro 7,35, mentre variano,
ovviamente, le caratteristiche balistiche.
Fu mantenuta la rigatura costante, ma si ebbe la necessità di modificare il passo di
rigatura che da 24 cm passò a 21,5 cm, con conseguente modifica della tacca di
mira fissa che fu portata a 300 m.
Si ritornò all'utilizzo del munizionamento caratteristico delle armi modelli 1891 e quindi
munizioni standard con la palla ogivale e non più appuntita, che diede alle nuove armi
prestazioni particolari riportate nella tabella in basso.
Si decise di punzonare, come nelle versioni in calibro 7,35, il nuovo valore del calibro
sulla tacca di mira, il 6,5; anche per non confondersi nell'uso del munizionamento
dato che le armi in calibro 7.35 erano ancora in dotazione ai vari reparti, mentre fu
omesso il valore del calibro sulla pala del calcio.
Rimase invariato il modello della baionetta, anche se successivamente gli verrà a
volte abbinata una baionetta fissa e non ripiegabile; ma comunque intercambiabili tra
loro.
La cassa e i fornimenti erano gli stessi del fucile modello 38 in calibro 7,35, ad
7,35 e mai più usata.
Caratteristiche della produzione delle armi modello 38 in cal. 6,5 |
Fucile modello 38 |
velocità iniziale |
m/s 660 |
velocità di rinculo |
m/s 1,99 |
forza viva di rinculo |
kg/cm² 0,69 |
pressione |
atm 3.000 |
velocità giroscopica proiettile |
giri/m' 184.186 |
peso senza baionetta |
kg 3,45 |
lunghezza senza baionetta |
cm 102 |
calibro tra i pieni |
mm 6,5 |
calibro tra i vuoti |
mm 6,8 |
lunghezza canna |
mm 536 (82 calibri) |
rigatura |
4 righe destrorse |
passo rigatura |
cm 21,5 costante |
profondità delle righe |
mm 0,15 |
lunghezza fra i pieni |
mm 2 |
lunghezza fra i vuoti |
mm 3 |
inclinazione delle righe |
5°26' |
GARDONE VAL TROMPIA 1940-1941