Questi continui ed incessanti incitamenti all'esercizio delle armi, da abbinare inoltre ad una sana
attività sportiva, indispensabili per supportare le fatiche della guerra, furono suggeriti
dall'esperienza personale, acquisita nei campi di battaglia, che egli stesso affrontò in quel
periodo di rivoluzione, di fermenti patriottici e di cambiamenti sociali, conosciuto come "il 48".
I carabinieri genovesi si esercitavano nella sezione di Tiro a Segno, recintato da alte mura,
situato vicino al Lazzaretto, zona Foce, ora centro residenziale e fieristico genovese.
Le sessioni di tiro si svolgevano ogni domenica e a fine mese veniva premiato, con premi
puramente simbolici, il tiratore che avesse ottenuto complessivamente il punteggio più alto.
Il Tiro a Segno genovese fu fondato nel 1851 da sostenitori mazziniani tra i quali Nino Bixio,
Antonio Burlando, Nicolò Ardoino, Antonio Mosto (ideatore del gruppo) e Francesco Bartolomeo
Savi, personaggi, a parte il primo, poco conosciuti da molti e in parte conosciuti a Genova per
essere menzionati come nomi di strade a loro dedicate.
Il lazzaretto genovese in una incisione dell'800 autori D.Del Pino e G.Piaggio. (Marco Capurro)
Targa posta sulla facciata della casa genovese dove abitò Antonio Mosto,
ideatore e fondatore dell'associazione dei carabinieri genovesi.
Molti di essi avevano già partecipato ai moti mazziniani di Genova ed alcuni, in seguito, si
unirono al reparto dei Cacciatori delle Alpi durante la IIª Guerra d'Indipendenza, distinguendosi
per la loro mira eccezionale.
Di fatto a Malnate, provincia di Varese, 28 carabinieri, che incalzavano le truppe austriache in
ritirata, sostennero per oltre un'ora il fuoco di 400 soldati tedeschi, fino all'arrivo delle truppe
comandate da Garibaldi, così volgendo a loro favore l'esito della battaglia.
Gli austriaci lasciarono sul campo 200 caduti contro gli 85 garibaldini, per questa eroica azione i
carabinieri ricevettero onorificenze al loro ritorno a Genova.
Un valido contributo, come il loro, non poteva certo mancare alla spedizione dei mille, tanto che
si arruolarono in 59, armati con la carabina federale svizzera mod.1851 in calibro 10,4 mm.
Avvalendosi della loro abilità nell'uso delle armi e per la qualità della propria carabina, venivano
utilizzati come un reparto mobile per essere impegnato dove necessitasse uno sbarramento di
fuoco preciso ed efficace, in modo da arginare eventuali situazioni critiche che potessero
mettere in dubbio l'esito della battaglia e allo stesso tempo indurre il nemico a credere di
trovarsi di fronte un intero esercito di soldati ben addestrati.
Terminata la spedizione garibaldina col compimento dell'Unità d'Italia, il corpo dei carabinieri
genovesi venne sciolto.
Le prime società di tiro a segno vennero
costituite in Italia in base al Regio
Decreto del 1° aprile 1861, emanato su
sollecitazione di Giuseppe Garibaldi, il
quale stanziava un contributo dello Stato
per istituire e coordinare l'addestramento
all'uso delle armi da fuoco, dei giovani del
neo Regno d'Italia.
Da un proclama di Giuseppe Garibaldi del
28 marzo 1862 ed inviato alle nascenti
Sezioni di T.S.N.:
" Incaricato del Governo e dalle Società
del Tiro Nazionale di promuovere i Tiri al
Bersaglio in tutto il Regno, ho accettato
di buon grado il mandato.
Per riuscire nell'intento, ho bisogno del
concorso di tutti, e specialmente de' più
ricchi, per dare tal forma ai luoghi
d'esercizio che allontani il pericolo.
La Carabina è l'arma dei Popoli liberi, e
intelligenti;- è dunque la Vostra.
Date tutti il Vostro nome alle Società del
Tiro Nazionale.
Giubba da ufficiale dei carabinieri genovesi. Ricostruzione fotografica ispirata a manufatti presenti nel Museo del Risorgimento "Istituto Mazziniano" Genova.
Grazie alla legge del 1861 cominciarono a formarsi in
diverse città del regno le prime società di tiro a segno
e nel 1863 a Torino si organizzò la prima gara
Nazionale, dove furono posti in palio dei premi per un
totale di 100.000 lire.
La grande partecipazione di folla e di tiratori fece si
che, nella competizione durata una settimana, furono
sparati quasi 500.000 colpi.
L'obiettivo di Garibaldi era praticamente raggiunto, un
grande numero di iscritti e in particolar modo addestrati
tiratori, che emuli dei carabinieri genovesi, fossero da
deterrente a tutte le nazioni straniere che intendessero
invadere e muovere guerra contro l'Italia.
Le armi usate erano le più disparate e spesso dei ferri
vecchi, tanto da indurre Garibaldi ad appellarsi alle
persone ricche di provvedere con aiuti concreti alla
nascita dei T.S.N. e all'approvvigionamento di armi
almeno in buone condizioni, mentre ai meno abbienti
sollecitava la frequentazione.
Vista laterale della carabina.
Ecco il finto serbatoio, simile a quello delle armi '91.
Culatta, senza l'otturatore.
Otturatore armato.
Vista dell'otturatore e particolare del fondello, il numero 2 identifica una misura di lunghezza del manubrio dell'otturatore.
Sulla canna si trova la scritta:
"MIDA" Manifattura Italiana di Armi Toschi e Castelli Brescia.
Dopo la pausa della Grande Guerra, il primo mondiale si svolse in Francia, a Lione, dove il tiratore
Isnardi vinse, nelle tre posizioni di tiro e come arma d'ordinanza il Carcano mod.1891, totalizzando
474 punti.
Altre affermazioni mondiali italiane furono ottenute nel 1922 a Milano da Panza, che vinse il titolo
con arma d'ordinanza, posizione in piedi, totalizzando 144 punti e a Roma nel 1927 quando lo
stesso tiratore vinse nelle tre posizioni, totalizzando 446 punti; mentre Micheli primeggiò nella
posizione a terra, vincendo il titolo mondiale con 171 punti.
Una delle più memorabili affermazioni in campo internazionale nel tiro a segno, la ottenne Renzo
Morigi alle olimpiadi di Los Angeles del 1932, dove fu capace di fare sei centri perfetti negli ultimi
tre secondi di gara.
Calciolo metallico.
Bocchino, bacchetta di pulizia e la tacca di mira.
Vista della culatta, della canna con inciso la matricola e l'alzo.
Vista della culatta, della canna, con inciso l'anno di produzione e l'alzo.
Gli inizi del secolo videro il fucile '91
protagonista nelle competizioni
Nazionali e Mondiali.
Il primo titolo mondiale vinto da un
italiano risale al 1901 a Lucerna,
dove il tiratore Valerio totalizzò 305
punti nella specialità in piedi con
arma libera; questa 5ª edizione
mondiale fu per la Svizzera, la prima
gara per armi E.O..
Il tiratore Conti, l'anno successivo a
Roma, campionato mondiale del
1902, si aggiudicò, sempre col fucile
'91, il primo posto nella posizione a
terra con arma libera a 300 metri.
Nel 1904, la vittoria di Bonicelli, ai
mondiali svolti a Lione, con un totale
di 319 i punti nella categoria
"posizione in piedi".
Nel 1908 a Vienna, è la volta di
Frasca che primeggia vincendo, nella
categoria posizione a terra, distanza
300 metri, con 341 punti.
L'11 novembre 1910 l'organismo
assunse la denominazione di Unione
Italiana di Tiro a Segno e nel 1919
entrò a far parte del C.O.N.I..
Uno dei più prestigiosi risultati, nella
storia del tiro a segno, lo ebbe
Riccardo Ticchi ai mondiali di Biarritz
del 1912, dove il nazionale italiano
vinse ben due titoli mondiali, il primo
nella posizione in piedi, con arma
libera, con un totale di 345 punti ed
il secondo, nella posizione in
ginocchio, con arma d'ordinanza
totalizzando 172 punti.
In alto una cartolina commemorativa dell'inaugurazione della
gara a Roma del 1902, da notare il numero delle linee di tiro.
Padrino della gara, S.M. il re Vittorio Emanuele III, che
diede il "colpo d'inizio" totalizzando 320 punti.
Con la fine della guerra e l'avvento della Repubblica,
con decreto del 30 marzo 1947, le Sezioni dei T.S.N.
vengono gestite da un Consiglio provvisorio nel quale
erano rappresentati i Ministeri della Difesa, dell'Interno,
il C.O.N.I., l'U.I.T.S. e le Sezioni di T.S.N..
Con decreto del Presidente della Repubblica in data 11
novembre 1974 furono ricostituiti gli organi ordinari di
amministrazione dell'U.I.T.S. e delle Sezioni di T.S.N.
Nello stesso periodo la legge n°110 del 18 aprile 1975
sul controllo delle armi, tra i vari articoli l'adozione del
Catalogo nazionale armi, impose ai presidenti delle
Sezioni di T.S.N. nuovi compiti nello svolgimento
dell'attività istituzionale, limitata all'addestramento di
coloro che prestano servizio armato presso enti pubblici
o privati (guardie giurate) e per coloro che sono obbligati
ad iscriversi e frequentare una Sezione di T.S.N. ai fini
della richiesta di una licenza di porto d'armi, nonché per tutti coloro che vi sono obbligati per legge.
Con decreto del Presidente della Repubblica n°1133 del 21 dicembre 1981, viene approvato lo
Statuto dell'U.I.T.S., che divenne ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della Difesa e
Federazione Nazionale Sportiva organo del C.O.N.I..
Vengono fra l'altro distinte due categorie di iscritti:
-i soci d'obbligo che sono iscritti per disposizione di legge
-i soci volontari che si iscrivono per praticare lo sport del tiro o per diletto.
Ad oggi l`U.I.T.S. è disciplinata dallo Statuto approvato con decreto del Ministro della Difesa
del 31 maggio 2001 e col decreto n°112 del 25 giugno 2008, l'U.I.T.S. acquisisce lo status di ente
pubblico, con il riconoscimento di federazione sportiva.
Manifesto pubblicitario della Carabina Beretta che illustra le caratteristiche dell'arma (cal.22),
che sostituisce la Carabina Allievi Tiratori.
Viene specificato il costo unitario e l'acquisizione da fare tramite le Sezioni del T.S.N..
Tiro Ridotto
Nelle sezioni di T.S.N. dove manchino gli spazi utili per esercitarsi con l'uso dei proiettili
standard, in uso sui fucili modello 1891, si predispone con la Circolare n°141 del "Giornale
Oramai, come conseguente logica, il fucile modello 1891 era l'arma per eccellenza dei T.S.N., dove
per svolgere le pratiche di tiro e la corretta manutenzione delle armi, fu approntata una vera e
propria struttura, adottando le stesse procedure di manutenzione usate nel Regio Esercito, tra le
capitolo dedicato.
Le armi usate per l'addestramento al tiro erano di proprietà del T.S.N., il quale oltre a provvedere
all'acquisto per rimpiazzare quelle non più utilizzabili, doveva occuparsi anche della manutenzione
ordinaria, come descritto nel manuale pubblicato in data 1900, su disposizione dal Ministero della
Guerra:
Con la Circolare Ministeriale n°2803 del 21 gennaio 1931, che modifica la Circolare Ministeriale n°
2119 del 26 gennaio 1924, vengono fissati i nuovi prezzi di cessione armi:
-Fucili modello 1891, senza sciabola baionetta, con cassa e copricanna di faggio L.200
-Sciabola baionetta per fucili mod.1891 o per moschetto mod.1891 TS, senza fodero L.30
-Sciabola baionetta per fucili mod.1891 o per moschetto mod.1891 TS, con fodero di cuoio L.43
-Sciabola baionetta per fucili mod.1891 o per moschetto mod.1891 TS, con fodero di metallo L.36
-Moschetto mod.1891 TS, senza baionetta, con cassa e copricanna di faggio L.190
-Pistola a rotazione mod.89 L.130
Le armi dovevano essere acquistate direttamente dal Ministero della Guerra, oppure in casi
particolari d'urgenza, potevano essere acquistate dalle Direzioni Territoriali di Artiglieria o altri
Corpi, Uffici, Istituti Militari o Statali, con l'obbligo da parte del cedente, di informare l'ufficio
centrale competente dell'avvenuta transazione.
Anche in questo tipo di cessione, il prezzo era quello imposto dalla Circolare Ministeriale ed appena
incassato il danaro, non erano permesse dilazioni da parte del T.S.N., lo si doveva versare
immediatamente alla tesoreria che poi lo rimetteva al Ministero della Guerra.
Con la Circolare n°22861 del 27 giugno 1932 del Ministero della Guerra, vengono fissati i nuovi
prezzi di stima delle armi.
"Per uniformità di giudizio nella stima e conseguente valore da attribuirsi alle armi versate dalle
Sezioni di Tiro a Segno per effetto del Dispaccio n°8031 del 21 gennaio c.a., questo Ministero
determina:
a) il prezzo base da attribuirsi a dette armi, è quello stesso di cessione stabilito dalla circolare
n°2803 del 21 gennaio 1931 cioè di L.200 per il fucile mod.1891 e L.30 per la sciabola baionetta.
(alla data del decreto non vengono più vendute alle Società di T.S.N. le baionette, ma potevano,
in pieno arbitrio, rivenderle all'Amministrazione mlitare).
b)Per le parti d'arma riscontrate mancanti o da sostituire, nella stima, dovrà essere detratto dal
prezzo base l'importo ad esse relativo, stabilito dal modello degli inventari edizione 1931, ridotte
del 25%.
c)Per la maggior usura del calibro delle canne dovranno essere detratte, dal prezzo base di L.200,
L.17 se imbocca la verificatore del calibro di mm 6,55, ma non quelle di 6,65; L.32 se imbocca il
verificatore del calibro di mm 6,65.
d)Le spese per riparazioni dovranno essere detratte dal prezzo base, e l'importo di esse deve
essere computato secondo le vigenti tariffe.
e)Per le altre degradazioni, come accentuate corresioni di ruggine, forti ammaccature, sfregi,
canne storte, ecc., ecc., a seconda dell'entità di esse, le Direzioni di Artiglieria stabiliranno le
detrazioni da praticarsi sul prezzo base".
Per il Ministro: F.to
Sircana
Normativa sul "Fucile di esattezza", le richieste specifiche di tale arma, regolate dai
rapporti tra i T.S.N. e il Ministero della Guerra.
Circolare n°284 del "Giornale Militare" 1931 e Circolare Ministeriale n°8031 del 13 febbario 1932.
"Allo scopo di assicurare ai soci, ottimi tiratori, delle sezioni di tiro a segno nazionale la
disponibilità di armi adatte alla loro abilità, il Ministero intende che presso ciascuna sezione siano
sempre disponibili fucili mod.1891 di esattezza (contraddistinti dall'apposito bollo esistente sulla
canna) di 1ª categoria, e stabilisce che il numero di tali fucili sia ragguagliato al 20% dei fucili in
carico, vale a dire un fucile di esattezza per ogni linea di tiro dotata di 5 fucili ordinari.
E' ovvio che tali fucili di esattezza non dovranno essere impiegati che dai soci ottimi tiratori.
Vengono con circolare a parte emanate le conseguenti disposizioni esecutive".
Il Ministro: P. Gazzera
In base a questa circolare le Sezioni dei T.S.N. si possono rivolgere ai Comandi di Corpo d'Armata
e d'Isola per l'acquisto di tali armi di 1ª categoria, sempre al prezzo unitario di L.200 e nelle
quantità indicate nella circolare.
Con questa nuova acquisizione, le armi in eccesso vengono versate alle Direzioni di Artiglieria e
valutate secondo la Circolare Ministeriale n°22861 del 27 giugno 1932.
Le nuove armi, in caso di danneggiamenti, venivano declassate ad armi ordinarie e quindi i T.S.N.
potevano fare richiesta di reintegro con altre armi di 1ª categoria.
Fino a questo momento le armi vendute alle Sezioni di T.S.N. erano sempre armi usate e rimesse a
nuovo, quelle che vengono identificate come riarsenalizzate.
Con molta probabilità le caratteristiche dei fucili di 1ª categoria riarsenalizzati soddisfacevano gli
iscritti dei T.S.N. che, si presume, ottenessero con queste armi dei risultati balistici al di sopra
della media e quindi si dedusse che l'acquisizione e l'utilizzo di un'arma nuova potesse offrire
migliori prestazioni.
(n.d.r. I fucili di esattezza erano quelle armi estrapolate nella percentuale del 10% da ogni lotto
di produzione e che dovevano raggiungere i requisiti di costruzione, che erano la giustezza della
rosata ed esattezza nel punto mirato.
Se queste armi non raggiungevano i requisiti in base al numero di armi del lotto osservato, ne
venivano estrapolate altre e se si presentava lo stesso risultato negativo era possibile che il lotto
venisse rifiutato; le armi di questo lotto non venivano certo distrutte, ma rinviate in fabbrica per
ulteriori controlli ed eventuali riparazioni.
Le armi che superavano questi collaudi avevano il timbro dei fucili incrociati apposto sulla canna
tra il punzone del capo tecnico e il simbolo di accettazione (scudo Savoia coronato).
Da specificare che il controllo di esattezza era una delle diverse prove che dovevano superare le
armi di un lotto per la loro accettazione.
Il punzone fucili incrociati di esattezza non identifica un'arma specifica di proprietà del T.S.N.).
A questo punto furono fatte particolari pressioni ed insistenze all'indirizzo del Ministero della
Guerra, il quale emanò, in data 7 giugno 1933, la Circolare n°21906, che accordò alle Sezioni di
T.S.N. la possibilità di acquisto dei fucili di esattezza, nuovi di fabbrica, ma venduti con un
importo maggiorato e cioè di L.235 ciascuno.
Fucile modello 1891 (1ª categoria), Roma 1918.
“Autorizzazione del Presidente Mario Bruniera in data 26.02.2011”
che ringraziamo per il contributo apportato.
Nel 1885 nacque a Roma la federazione di Tiro a Segno e come tale dettò le regole delle attività di
tiro, prendendo spunto da quelle, che oramai, erano già accettate ed applicate anche in campo
internazionale.
Con la scoperta della polvere infume e la conseguente nascita di nuove armi, come il nostro fucile
modello 1891; imposero alle strutture dei T.S.N. nuovi adattamenti come i bersagli e le postazioni
di tiro, obbligando di fatto la costruzione di nuovi campi di tiro lontani dai centri abitati.
Con la legge n°883 del 2 luglio 1882, fu costituito il Tiro a Segno Nazionale che nel 1894 diede
origine alla Commissione Centrale del Tiro a Segno Nazionale, trasformatasi nello stesso anno in
“Unione dei Tiratori Italiani”.
Manifesto del 1884 del T.S.N. di Adria, dove vengono elencati i documenti necessari per l'iscrizione
notate il costo di L.3 della tassa annuale e le eventuali dichiarazioni per l'esenzione della tassa di
iscrizione e del consumo delle munizioni.
Manifesto della gara del T.S.N. di Adria del 1890 dove sono elencati i premi, il numero di colpi per
gara e i costi. Da evidenziare una gara apposita per i tiratori non premiati nella gara principale.
“Autorizzazione del Presidente Luciano Vignara"
che ringraziamo per il contributo apportato.
Altro grande successo fu la gara Nazionale svoltasi a Roma nel 1890 nel campo di Ricciotti
Garibaldi (figlio di Giuseppe), dove venivano svolte anche altre attività sportive.
L'inaugurazione del campo avvenne un anno prima, nel 1889, alla presenza del Ministro Pelloux,
firmatario dell'atto di adozione del fucile modello 1891.
La presenza in queste manifestazioni di personaggi importanti, evidenziano come il Tiro a Segno
Nazionale dell'epoca fosse veramente influente e potente, non dimentichiamo che quando venne
costituita la Commissione per individuare tra i fucili ad avancarica esistenti quelli che meglio si
prestavano ad una trasformazione in retrocarica, tra i suoi componenti vi erano il Cav. Riccardi di
Netro, Vice-presidente del T.S.N. e l'Avv. Caimi, segretario del T.S.N..
Ambito premio della gara di Roma, che raccolse l'adesione di 200 tiratori, era un nuovo e
fiammante "Fucile Vetterli".
Nel periodo della prima guerra mondiale nei T.S.N. fu utilizzata una carabina, molto simile al fucile
modello 1891, ma di dimensioni ridotte, denominata "Carabina per Allievi tiratori", camerata in
calibro 6 mm Flobert, doveva essere usata dai giovani tiratori di età compresa tra i 12 e 16 anni,
per poi venir sostituita nel 1934 dalla carabina Beretta Vetterli cal.22.
Il caricamento era a colpo singolo e l'otturatore del tipo scorrevole girevole, si presume sia stata
prodotta in non più di 999 esemplari e da più fabbriche, come la MIDA di Toschi e Castelli e dalla
Manifattura d'Armi G.Anelotti e P.Gualla.
Per quest'arma furono prodotte anche le baionette, simili a quelle del fucile modello 1891, ma di
dimensioni ridotte.
Carabina per Allievi Tiratori
produzione:
MIDA Manifattura d'Armi di Toschi e Castelli, Brescia 1914-1915
Tutte le carabine per allievi tiratori hanno davanti al numero della matricola la lettera A
(indipendentemente dalla fabbrica di produzione), il che induce a pensare che la produzione
venisse ripresa dove un'altra fabbrica finiva, mentre il campo matricolare riscontrato non è
superiore alle tre cifre e quindi si presume un massimo di 999 carabine prodotte.
A sinistra la lettera che comunica l'inagurazione
Si può leggere con quanta determinazione
vengono incitati i cittadini a partecipare
all'inaugurazione ed iscriversi alle gare, dove sono
messi in palio dei ricchi premi offerti dalle pubbliche
Amministrazioni, Autorità e da cittadini facoltosi.
"Per gentile concessione del comune di Zugliano"
che ringraziamo per il contributo apportato.
Manifesti delle gare Nazionali di T.S.N. disputate a Roma negli anni 1932,33,34,36.
(Per gentile concessione del T.S.N. di Pesaro)
che ringaziamo per il contributo apportato.
Nelle foto in alto, un pacchetto usato
di cartucce mod.39, per tiro ridotto,
prodotto della fabbrica LP nel 1950.
Di fianco l'attrezzo specifico per
ricaricare le cartucce.
Il tiro ridotto, secondo le direttive del T.S.N., aveva lo scopo:
- di preparare l'individuo alla esecuzione del tiro a pallottola, perfezionandolo nel puntamento e
nello scatto dell'arma.
- di mantenere esercitati i tiratori, anche quando non si possono impiegare gli ordinari poligoni,
così da dare agli esercizi di tiro quel carattere di continuità che è indispensabile per un efficace
addestramento.
La ricarica per il tiro ridotto, veniva effettuata nella struttura del T.S.N. che era appositamente
fornito degli attrezzi necessari per tale operazione.
Per non sottovalutare la pericolosità del Tiro Ridotto, fu divulgata una tabella che evidenziava la
potenzialità e la forza di penetrazione della pallottolina.
Nel 1936 l'U.I.T.S. passa alla competenza e gestione della milizia volontaria per la sicurezza
nazionale (M.V.S.N.), organo del partito fascista, approvata con la Legge n°1143 del 4 giugno
1936-XIV sul Tiro a Segno Nazionale.
Lo scopo è quello di provvedere all'addestramento nel tiro degli obbligati alla istruzione premilitare
e postmilitare, di diffondere fra i tiratori la conoscenza e dove possibile l'impiego tecnico dei
mezzi da fuoco (fucili, armi automatiche, bombe, ecc.), in distribuzione all'arma di fanteria, di
coltivare l'esercizio del tiro negli iscritti che, per passione e particolari attitudini, si distinguono
sulla massa dei tiratori ed è alla diretta dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le gare di conseguenza passano al controllo del M.V.S.N. che si occupano dell'organizzazione e
disciplinamento delle gare, alla preparazione delle stesse, comprese le partecipazioni alle
competizioni di gare internazionali.
In questo periodo di tempo viene sollecitata la istituzione di una Sezione di T.S.N. per ogni
comune d'Italia, dove il presidente è per legge un ufficiale appartenente al M.S.V.N.
Per gli obbligati alla istruzione premilitare e postmilitare erano previste quote di iscrizione annuali
di L.3 per gli avanguardisti fino al 16° anno d'età e di L.5 per quelli di età superiore, mentre era
di L.6 il costo annuo per chiunque altro.
(n.d.r. secondo alcune tabelle di trasformazione, la lira degli anni '30 equivale a circa 80
centesimi di euro, un operaio guadagnava mediamente L.530 al mese e il pane costava L.1,50 al
Kg; mentre nel 1888 l'iscrizione ai T.S.N. era sempre di L.3, ma equivalente a circa 8 euro, in
quell'epoca un operaio guadagnava mediamente L.3 giornaliere e il costo del pane era di c.30 al
Kg).
In questo nuovo ordinamento vengono attivate le gare comunali, con scadenza annuale o al
massimo biennale, per poi far convergere i migliori tiratori nelle gare provinciali e successivamente
in quella nazionale (gare che comunque avevano già regolare svolgimento e nelle categorie sopra
citate, fin dalla nascita dei T.S.N.).
Altro documento importante è come le autorità Ecco la risposta del Podestà che comunica
del M.V.S.N. si attivassero affinchè il Podestà l'imminente invio dell'elenco dei comandati, alla
comunicasse a tutti i cittadini della propria Sezione di T.S.N. di competenza (Thiene).
della Provincia, affinchè i comandati potessero
scegliere il campo di tiro più vicino alla loro
residenza.
"Per gentile concessione del comune di Zugliano"
che ringraziamo per il contributo apportato.
Cartuccia per tiro ridotto mod. 39 (non ricaricabile)
Tenaglia per l'assemblaggio delle cartucce tiro ridotto.
Cartuccia per tiro ridotto con cappellozzo e pallottolina
Non tutti i carabinieri genovesi erano nati a Genova. In questa foto del 1860 il pittore macchiaiolo Giuseppe Abbati, napoletano, in divisa da carabiniere genovese. Perse un occhio nella battaglia del Volturno durante la spedizione dei mille.
(per gentile concessione dal sito:
http://www.lungomarecastiglioncello.it/ )
Vista della tacca di mira e dell'alzo graduato.
Particolare del cane.
Carabina federale svizzera mod.1851, cal.10,4.
Il Premio
Nelle manifestazioni Nazionali di Tiro a Segno il fucile modello 1891 era certamente uno dei premi più ambiti, dato che nei primissimi anni delle gare i vincitori venivano premiati da esponenti della Famiglia Reale Sabauda.
Ecco l'elenco dei premi e dei premiati:
Per gentile concessione del Museo di Torino, nella cui biblioteca on-line si trovano, liberamente consultabili, un gran numero di volumi digitalizzati relativi alla storia del capoluogo piemontese, tra i quali il volume:
"L'Esposizione Nazionale del 1898, Roux Frassati Editore, Torino 1898",
Fucile modello 1891 "Premio"
(collezione P.S.)
Paricolare del copri mirino e della tacca di mira.
La classica targa sulla pala del calcio che riporta:
ANNO 1911
VI^ GARA GENERALE DI TIRO A SEGNO
ROMA
PREMIO DEL MINISTERO DELLA GUERRA
Bellissima custiodia di questo "Premio" fucile modello 1891, che dà sicuramente un valore aggiunto all'arma.
Targa esterna della custodia con la stampigliatura della manifestazione e il logo dei fucili incrociati posto sulla cinghia.
Interno della custodia con la scritta della fabbrica e la matricola del fucile.
Nome del premiato:
"Maccarinelli G." di Cavardo
Particolare delle rifiniture.
Stemma del Regno d'Italia nel 1898
Al giorno d'oggi tali manifestazioni sono impensabili, sia per il numero dei partecipanti, sia per il numero ed il valore dei premi messi in palio.
Quello che possiamo affermare è l'impotanza primaria di questa disciplina sostenuta ed incoraggiata sin dagli inizi del nuovo Regno d'Italia. Nonostante tutto, ancora oggi, i nostri tiratori eccellono nelle manifestazioni Mondiali ed Olimpioniche.
Nella foto in basso un gruppo di tiratori, dal volume: L'Esposizione Nazionale del 1898, Roux Frassati Editore, Torino 1898.
ABITO' QUESTA CASA
ANTONIO MOSTO
DUCE
DEI CARABINIERI GENOVESI
DA PALERMO A MENTANA
--------------
AUSPICI I SUPERSTITI
DELLA GLORIOSA SCHIERA
NEL CENTENARIO
DELLA NASCITA DI GARIBALDI
Ogni Provincia abbia il suo Tiro Provinciale. Se non in ogni Comune, almeno in ogni Mandamento del Regno vi sia un Tiro di quotidiano esercizio.
Italiani! Il Millione di fucili ci condusse a Palermo e a Napoli.
Un Millione di Tiratori, spazzerà senza bisogno di ajuti esterni, il suolo d'Italia dallo straniero che ancora lo calpesta".
Carabina federale svizzera mod. 1851, secondo premio della prima gara Nazionale di TSN, Torino 1863 . (collezione Vittorio Serra)
Concerto di pianoforte in occasione della prima gara Nazionale svoltasi a Roma nel 1890.
(collezione Piero Sgaria)
Fucile modello 1891 "Premio"
(collezione Fabrizio Crucitti)
Fucile mod. 1891, Terni 1905.
Targa posta sulla pala del calcio del fucile mod.1891 con la stampigliatura dell'anno, la località e il premiante.
Targa posta sulla custodia del medesimo fucile mod.1891.
Durante la seconda guerra mondiale 1940-1945, il decreto legislativo luogotenenziale (*) n°286
del 8 luglio 1944, pose il Tiro a Segno alla diretta dipendenza del Ministero della Guerra, sciolse
gli organi di amministrazione dell'U.I.T.S. e delle Sezioni di T.S.N. e nominò un commissario straordinario.
(*) Nell'ordinamento italiano il decreto legislativo luogotenenziale era un atto avente forza di
legge adottato dal Consiglio dei Ministri e promulgato dal Luogotenente del Regno durante il
Regno d'Italia.
Era in tutto equivalente al regio decreto legislativo, promulgato dal Re.
I decreti legislativi luogotenenziali non abrogati da successive disposizioni e compatibili con la Costituzione repubblicana restano in vigore anche nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Doppio sigillo di piombo, uno col cartiglio dei fucili incrociati e l'altro recante su carta il timbo dell' Unione Italiana di Tiro a Segno, Roma.
(collezione Fabrizio Crucitti)
Fabbrica e anno di produzione.
Fucile modello 1891 (1ª categoria), Beretta Gardone 1942.
Fucile modello 1891 (1ª categoria), Terni 1923.
Qualche volta nelle sezioni di TSN le armi in dotazione venivano personalizzate per identificare il proprietario o il gruppo di appartenenza. (collezione Fabrizio Crucitti)
Carabina per Allievi Tiratori
produzione:
Manifattura d'armi G. Anelotti e P.Gualla, Brescia 1914-1924? (collezione Claudio Jori)
Tutte le carabine per allievi tiratori hanno davanti al numero della matricola la lettera A (indipendentemente dalla fabbrica di produzione), il che induce a pensare che la produzione venisse ripresa dove un'altra fabbrica finiva, mentre il campo matricolare riscontrato non è superiore alle tre cifre e quindi si presume un massimo di 999 carabine prodotte.
Vista laterale destra.
Vista laterale destra in evidenza l'otturatore.
tacca di mira e sulla canna inciso l'anno di produzione.
Logo del produttore e matricola arma. incisi sul manubrio dell'otturatore
Vista dall'alto.
Vista laterale sinistra, con matricola e logo produttore.
www.il91.it
Vista dell'otturatore, il numero 1 identifica una misura di lunghezza del manubrio dell'otturatore.