CARATTERISTICHE TECNICHE E COSTRUTTIVE

Nei nostri depositi oltre che alle canne dei fucili modello 1891, vi erano anche quelle dei moschetti
modello 1891 e la voglia di riciclo, che corrispondeva al risparmio, coinvolse questa tipologia d'arma,
anche se personalmente ritengo che l'introduzione del nuovo fucile corto avrebbe supportato ogni
esigenza logistica, strategica e funzionale per tutti i reparti che formavano il Regio Esercito, in
poche parole, un'unica arma per tutti.
Le canne furono rialesate, la rigatura elicoidale destrorsa a passo costante era di 240 mm, fu
omesso l'alzo a quadrante e sostituito con una tacca di mira fissa, esatta per la distanza di 200 m
ed anche sulla tacca di mira del moschetto fu inciso il valore del nuovo calibro.
La parte terminale della canna che era sfaccettata veniva tornita e trasformata in tronco conica,
come nella nuova configurazione del fucile corto in calibro 7,35; sulle armi trasformate è possibile
trovare traccia di tale lavorazione e in particolare del foro che in origine serviva per la vite di
bloccaggio dell'alzo a quadrante sul risalto ricavato sulla canna.
Per quest'arma furono riciclate molte parti del vecchio moschetto modello 1891, infatti possiamo
riscontrare i vari tipi di braca, che rendeva solidale la baionetta alla canna e tutti i fornimenti ad
eccezione del bocchino di primo tipo usato nel moschetto modello 1891 senza copricanna.
Particolare curioso, che mette in risalto le capacità  e l'ingegno delle nostre maestranze lavorative
è il riadattamento dei legni derivati dai moschetti utilizzati per l'abbinamento col tromboncino
modello 28, le cui specifiche di utilizzo, prevedevano non più di 4 riparazioni, altrimenti i legni
venivano scartati.
Non sempre tutte le canne utilizzate per i nuovi moschetti in cal. 7,35 erano identiche tra loro; la
diversità di costruzione, anche se a volte impercettibile, variava da fabbrica a fabbrica ed i legni
utilizzati, compreso il copricanna, spesso non avevano la scanalatura interna adatta ad alloggiarle.
CANNA  (visualizza)
E' fatta di acciaio fuso al crogiuolo, lunga 451 mm, le righe sono 4 con andamento
destrorso e passo costante di 24 cm, il profilo esterno è tronco-conico, anteriormente si
notano il vivo della volata con inserita una braca che porta superiormente un mirino ed
inferiormente l'articolazione della baionetta triangolare, fissabile nelle posizioni "a riposo" o
"inastata" mediante una struttura meccanica.
Posteriormente vi è uno zoccolo sul quale è montato  una tacca di mira fissa per la
distanza di 200 m, mentre la parte terminale della canna, in congiungimento alla culatta
mobile, che era sfaccettata veniva tornita e trasformata in tronco conica e su essa incisi il
nome della fabbrica, l'anno di costruzione, l'era fascista, la matricola e i vari punzoni di
collaudo.
Il tratto filettato è la parte di congiunzione con l'avvitamento alla culatta mobile e il profilo
interno, presenta posteriormente la camera di cartuccia al termine della quale  inizia il
tratto cilindrico rigato.
CULATTA MOBILE  (visualizza)
Forgiata in acciaio è di forma cilindrica e serve per alloggiare l'otturatore, il meccanismo
di scatto e di alimentazione e permetterne i movimenti.
Esternamente si notano:
l'apertura per il serbatoio, lo spacco per il passaggio del manubrio dell'otturatore, la
codetta con la filettatura per la vite d'unione con il serbatoio, la scanalatura longitudinale
per il passaggio del dente di arresto del cane, la finestra per il dente di scatto, l'incavo
trasversale per l'aletta del tubetto.
Anteriormente ed inferiormente:
il dente che si alloggia nel traversino metallico della cassa per trasmettere a quest'ultima il
rinculo; il suddetto dente è interamente filettato per l'unione con la vite anteriore del
serbatoio.
Internamente:
un tratto filettato per permettere l'avvitatura della canna, una gola cilindrica con gli
incastri per l'appoggio delle alette di chiusura del cilindro-otturatore.
Detti incastri sono intervallati da 2 risalti a fianco elicoidale su cui si impegnano le alette
dell'otturatore, 2 scanalature longitudinale entro le quali scorrono le alette e, in quella di
sinistra, anche la guida del cane, la finestra per l'espulsione e per l'aletta del bilanciere, il
foro per il ritegno dell'otturatore.
CASSA  (visualizza)
E' in legno di diverse essenze per i moschetti ricondizionati e faggio per quelli di nuova
produzione ed è costituita dal fusto, dall'impugnatura e dal calcio.
Il fusto presenta un  incasso longitudinale per l'alloggiamento della canna, un altro incasso
per l'alloggiamento del traversino, il canale esterno per la baionetta ripieghevole ed altri
incassi per i fornimenti.
Tra l'impugnatura ed il fusto è ricavata un'apertura per mettere in comunicazione il
SERBATOIO  (visualizza) con lo spazio di caricamento della culatta; il calcio è protetto
da un calciolo metallico fissato con 2 viti.
FORNIMENTI  (visualizza)
Sono il bocchino, con la vite passante di bloccaggio che reca lo sguscio di appoggio della
baionetta quando questa è a riposo e il traversino laterale, tutt'uno col bocchino, per il
passaggio della cinghia.
Il calciolo metallico, che reca uno sportellino a molla per accedere al foro dove viene
riposta la bacchetta nettatoia, scomposta in due parti.
Il traversino con le due asole, per il passaggio della cinghia, alloggiato sulla pala del calcio.
Un altro particolare in legno è il copricanna che è tenuto in sito dal bocchino; il traversino,
le viti di culatta ed i tubicini, il tutto è protetto superficialmente mediante brunitura lucida.
La produzione

Gli arsenali di produzione del moschetto in cal. 7,35 furono:

TERNI 1938-1940
BERETTA 1938-1939
GARDONE VAL TROMPIA 1939
F.N.A. Brescia  1938-1939
GARDONE VAL TROMPIA 1939
BERETTA 1938-1939
TERNI 1938-1940
F.N.A. BRESCIA 1938-1939