Riporto testualmente le parole scritte dall'autore che si trovano nel paragrafo conclusivo di questo resoconto.
Sarebbe stato troppo difficile trovare una introduzione appropriata per questo piccolo-grande capitolo italiano, che ripropone una storia di uomini, di illusioni ed anche di opportunità cercate in terre remote.
Un viaggio nel tempo ambientato in Africa orientale durante l'espansione coloniale dell'Italia fascista, finito tragicamente nel 1941, ad un anno dell'entrata in guerra.
Di Gabriele Simonelli (n.d.r. omonimo e non parente di Alberto Simonelli), buona lettura.

"Sperando di aver esposto correttamente e fedelmente la storia di questo reduce, e
sperando di aver utilizzato in maniera opportuna i documenti originali in mio possesso
per far rivivere ricordi e vicende accadute decenni prima ed a molti chilometri di
distanza, non posso fare a meno di pensare a come siano cambiati i tempi ed i costumi in
Italia in poco più di settant'anni. Parole come “Patria”, “Nazione”, “guerra” o
“colonialismo” hanno nelle menti dei nostri ragazzi contemporanei un accezione
sicuramente differente e probabilmente negativa rispetto a quella che avevano i ragazzi
della classe 1918 o precedente, che volenti o nolenti si sono trovati a condividere un
momento storico segnato da grandi privazioni ed illusioni, ma animato da un entusiasmo
ed uno spirito di appartenenza che difficilmente potrà esser emulato negli anni a venire.
Ma anche in tempi come i nostri, dove la storia si nega o si strumentalizza e dove il
capitalismo ed il consumismo sono le nuove religioni delle masse, ci saranno sempre
alcuni individui che cercheranno nel passato un identità che sentono perduta o una verità
che sentono nascosta. Ed è proprio pensando a questi individui, di cui mi sento di far
parte, che ho voluto scrivere questo breve testo, per aggiungere un ulteriore piccolo
tassello ad un mosaico molto più grande, dove molto è già stato scritto, e molto è
purtroppo andato perduto con la morte di coloro che non hanno avuto la forza, la
possibilità o la volontà di raccontare ciò che hanno vissuto sulla propria pelle".

L’esperienza coloniale Italiana in Africa Orientale
e la prigionia al campo di concentramento di Zonderwater
di un reduce della P.A.I. 1938-1947.